Lei si chiama Wendy, così è stata chiamata in un rifugio in Puglia alla fine del 2012. Probabilmente per evocare la dolce Wendy di Peter Pan.. ma io sono più affezionata alla Wendy di The Shining: è a lei che rendo onore a chi mi chiede il perché di questo nome.

Wendy a fine maggio compirà 14 anni, a spanne..
14 anni inventati perché quando l’hanno trovata non aveva con sé i documenti, ma solo qualche cuccioletto al seguito..

Da qualche giorno non vuole mangiare, non vuole prendere le medicine, non vuole socializzare, non vuole uscire.. vuole solo fare tantissima nanna, con noi vicino.
Le basta questo per sospirare serena e lasciarsi cullare da Morfeo per interminabili ore.
Che cos’ha? Tutto e niente: tanti anni sulle spalle, tutto qua. Acciacchi e fragilità di quella che ormai è senza dubbio ufficialmente la sua 3a età (forse anche la 4a o 5a..).

In questa foto la si vede chiudere gli occhietti nell’erba fresca, dopo pochi passi e una pipì.

Cosa c’entra questo con lo yoga? Vi starete sicuramente chiedendo con ansia, che neanche in un giallo di Agatha Christie se ne respira così tanta.

Beh.. c’entro io. Come sono oggi. Come vivo lo scorrere della vita coi suoi inciampi, e i pestoni, e gli sgambetti.

C’entra il fatto che ho imparato a osservare il mio corpo praticare (bene o male non ha importanza!), la mia mente dirigere l’imponente orchestra, oppure fuggire per strimpellare l’ukulele da qualche parte, dove nessuno la possa scovare. Ho imparato a contemplare i miei pensieri scavalcare le montagne come Unni per scombinare tutto, molto più spesso di quanto vorrei.

Ho imparato a osservare. Punto. Non ad aggiustare, non a risolvere, non a migliorare prospettiva. Ma ad osservare. E osservando lascio scorrere, e lasciando scorrere sto meglio. Sempre? Ma figuriamoci.. Spesso? Insomma..

Ma accade. E questo è il mio piccolo miracolo.

2 maggio 2025

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